Abbracciami ancora, così che il ricordo delle tue braccia possa non andare mai via dalla mia memoria.
Ricordo ancora com’era, mesi passati senza noi, mesi un po’ vuoti, mesi di cambiamenti. Abbiamo camminato in direzioni diverse, allontanandoci da quello che eravamo.
Era tarda sera, la notizia devastante, e incredula passai ore senza dormire, a chiedermi come fare, cosa fare.
Discorsi inutili di un viaggio scomodo, col pensiero fisso solo sulla meta, tredici ore con la mente che era arrivata a destinazione ancora prima di me.
L’ansia, il tremore, non sapere come comportarsi, perché certe situazioni non sono mai state facili, mai lo saranno. Come ci si comporta con chi era il proprio tutto ed è diventato solo un ricordo?
Passi di incerta sicurezza verso la tua schiena, e ti guardo da lontano come ormai sto imparando a fare da tempo. I tuoi occhi incrociano i miei, un movimento rapido e quel silenzio rimbombante diventa la nostra pace. Braccia che stringono, respiri e carezze, in quell’attimo le nostre strade si sono incontrate ancora, nell’istante di quell’abbraccio il tempo si è fermato, il nastro si è riavvolto, avevamo nuovamente 16 anni.
Il tuo calore mi avvolgeva, il tuo bisogno, ho sentito più di quel che forse c’era, ho sentito anche che sarebbe stato l’ultimo.
Dentro di me non ti ho perso, dentro di me lo sento ancora quell’abbraccio, quel gesto fatto togliendo ogni armatura, lasciando scivolare via ogni dissenso. Basta una parola, un solo attimo, e io sono ancora lì, ed è tutto vivido nella mia mente.
Ci siamo persi ancora, ci siamo dati tanto, ci siamo dati tutto, con quell’abbraccio noi ci siamo marchiati addosso l’ultimo inesorabile ricordo di qualcosa che non potrà esistere mai più.
Ed io ti voglio bene,
Sempre.